Descrizione TDS e TDC
TEST DA SFORZO ( o Test Ergometrico):
Il test da sforzo è un esame che consiste nella registrazione continua di un elettrocardiogramma (ECG) durante uno sforzo controllato e di intensità graduale (pedalare su di una speciale cyclette). Lo sforzo provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e determina una maggiore richiesta di sangue da parte del cuore.
Il test da sforzo valuta eventuali disturbi e/o modificazioni dell’elettrocardiogramma durante lo sforzo e fornisce informazioni relative al corretto flusso di sangue attraverso le coronarie, ossia i vasi che irrorano il cuore. L’esame, inoltre, è utile per valutare il comportamento della frequenza cardiaca e di eventuali aritmie durante lo sforzo.
La preparazione all’esame prevede che vengono applicati sul petto del paziente degli elettrodi, ossia dei piccoli dischi adesivi con un bottone automatico di metallo collegato a fili, connessi a loro volta ad un monitor. Sul monitor si visualizzano i battiti cardiaci. Il paziente viene poi invitato a pedalare su di una cyclette, mentre il cardiologo tiene sotto controllo il tracciato elettrocardiografico sul monitor e quindi le reazioni del cuore ad uno sforzo.
Il test da sforzo ha una durata di circa 30 minuti.
Si consiglia di evitare di mangiare immediatamente prima dell’esame. Fare una colazione leggera, almeno 2 ore prima di eseguire l’esame. La prova non può essere eseguita dopo pasti abbondanti, assunzione di bevande alcooliche, caffè, thè, né dopo aver fumato. L’eventuale sospensione della terapia è a discrezione del medico che ha richiesto l’esame. E’ consigliabile, inoltre, utilizzare un abbigliamento comodo, adatto all’esecuzione di un esercizio fisico. Per le donne si consiglia l’uso del reggiseno e non del body. Evitare di usare creme cosmetiche sulla cute, che non permettono un contatto corretto degli elettrodi. Ai pazienti di sesso maschile è richiesto di presentarsi a torace rasato.
ECO-COLOR- DOPPLER TRANSCRANICO:
E’ un esame diagnostico non invasivo che valuta il flusso dei vasi arteriosi all’interno del cranio e viene indicato, principalmente, nei casi di sospetto forame ovale pervio.
Durante l’indagine viene usata una sonda ecografica per esplorare il flusso dei vasi arteriosi principali che irrorano il cervello.
La sonda viene posizionata sulla superficie della testa, in corrispondenza della tempia destra o sinistra. Campionando il flusso vascolare con la funzione Color e del Doppler viene analizzato il flusso dell’arteria cerebrale media o dell’arteria cerebrale anteriore che fanno parte di una struttura vascolare di forma poligonale collocata alla base del cervello chiamata “poligono di Willis”.
Nel 10% dei soggetti, le ossa del cranio possono impedire la chiara visualizzazione del flusso arterioso rendendo non possibile l’esecuzione dell’esame (in questi casi, si può tentare un approccio collocando la sonda in sede occipitale, ovvero in corrispondenza della nuca in modo da visualizzare le arterie della zona posteriore del poligono di Willis).
L’esame è indicato quando c’è il sospetto di forame ovale pervio in un soggetto che ha avuto un ictus cerebrale o un attacco ischemico cerebrale transitorio (TIA) in assenza di fattori di rischio come le placche carotidee, la fibrillazione atriale, il fumo di sigaretta, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito.
Il forame ovale pervio è una comunicazione tra due camere cardiache, l’atrio sinistro e l’atrio destro che determina il passaggio di sangue (definito “shunt”) dalla parte sinistra verso la parte destra del cuore ed è indispensabile nel feto per la sua sopravvivenza durante la vita intra-uterina, andando incontro a chiusura spontanea dopo la nascita nel 75% delle persone.
Il passaggio di sangue si inverte da destra verso sinistra nel corso di alcune manovre come il ponzamento (lo sforzo ad andare di corpo) e la manovra di Valsalva (l’espirazione di aria a bocca chiusa).
Nel restante 25% dei casi può accadere che resti aperto o “pervio”, lasciando che una piccola quota di sangue passi da un versante all’altro del cuore.
Questa comunicazione può essere la via di passaggio di coaguli dal compartimento venoso al compartimento arterioso provocando embolie “paradosse” e quindi fenomeni ischemici.
Inoltre, il forame ovale pervio può causare embolie gassose nei soggetti che praticano attività subacquea con gli autorespiratori. Per questa categoria di sportivi è opportuno eseguire uno screening con visita cardiologica ed ecocardiogramma per escludere la presenza di forame ovale.
Il paziente dovrà stendersi sul lettino, dopodichè l’infermiere provvede a posizionare un accesso venoso nella vena del gomito del braccio destro. L’accesso venoso è necessario perché durante l’esame verrà iniettata soluzione fisiologica che agitata più volte, produce piccole bolle necessarie per vedere se c’è passaggio di sangue attraverso il forame Con la sonda posizionata sulla tempia, osservando il flusso dell’arteria cerebrale media l’ecografista può vedere se le bolle della soluzione salina arrivano nella circolazione sistemica entro un tempo stabilito di tre battiti successivi al termine dell’iniezione. Se ciò non si verifica, si può escludere la presenza di pervietà del forame ovale.
Il Doppler Transcranico non è un esame pericoloso. La soluzione fisiologica iniettata è sicura e non comporta alcuna reazione, neppure allergica.
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